Scrittori di aforismi su Twitter, ItsCetty

Grazie per la biografia ad Aforisticamente!

Dopo @LiaCeli un’altra autrice che seguo con interesse su Twitter è @ItsCetty (Cetty D.), finalista nella sezione Miglior donna su Twitter ai Tweet Awards 2013. Oltre a scrivere su Twitter, @ItsCetty è una dei fondatori della rivista satirica Lolingtonpost, è presente nel collettivo di satira Prugna-il colore della satira e scrive sul sito Leonardo.it  nella sezione donne. Ha anche partecipato a La3 tv nel pre-serale “The Hashtag” (stagione 2012/2013) e al programma in prima serata”The Hashtag Fight Show” (stagione 2013/2014). E’ anche co-autrice del libro Cinguettatelo sui tetti (Editrice Ave, 2013), un’idea nata grazie a Don Dino Pirri, prete presente su Twitter, innovativo e intelligente.

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Nel suo blog personale l’autrice si definisce in questo modo: “Da piccola volevo mettere il cappotto in estate, i risultati si vedono adesso. Aderisco al movimento anti-bigotti. Scrivo cose più o meno serie per far ridere ed incazzare, spesso contemporaneamente. Dico la mia…

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35 saggi per Letta

Post scritto per www.lolington.it

“Non li staccare! Se li togli te ne nasce il triplo!”.

Se orbitate intorno ai 30 anni sapete benissimo di cosa sto parlando. E invece non li sopportate proprio, perché si è ancora giovane e poi sarà una stupida credenza popolare. Sui capelli bianchi non ho ancora capito come funzioni, ma i saggi sembrano rispecchiare il presunto assioma “Elimina 1, ne ricompaiono 3″.

Sembra ieri che i saggi intasavano le colonne dei giornali, e invece è oggi. Indimenticabili i 10 saggi di Napolitano che tanto hanno fat… Ok, ritratto, dimenticabilissimi. Tanto voluti da Napolitano, hanno accettato l’investitura per risolvere il momento tragico in cui il Governo italiano si trovava. Di fatto non sono serviti a nulla, se non a rimpinguare il conto corrente dei fortunati prescelti. Non li invidio nemmeno tanto… Lì a far nulla in un salottino dell’Ottocento intriso di naftalina, accogliente come un igloo nella savana, a farsi fotografare con la testa china su dei fogli bianchi per dimostrare che si lavorava sul serio. E alla fine presentarsi con dei “consigli” che a confronto quelli trovati sulla confezione di assorbenti sembrano trattati internazionali.  Ecco, adesso li invidio. Sono state le due settimane di guadagno più facile della loro vita.  Sembrava una pagina ormai voltata per sempre e invece la notizia agghiacciante rovina la mia colazione (ho tentennato sulla rassegna stampa e mi si è sbriciolato il biscotto nel latte, ripescarlo col cucchiaio è una sconfitta): “Letta sceglie 35 saggi per riformare la Costituzione”.  Non solo non ci siamo liberati dell’accezione di “saggio” usato a minchia, ma adesso ci troviamo con 35 super esperti di diritto che studiano quel testo definito come “la più bella del mondo”. Voi lo ritocchereste mai qualcosa già perfetto di suo? E’ come mandare Diego Della Palma a piastrare i capelli della Venere di Botticelli.  E chi sono i 35? Professori di diritto pescati dalle università italiane. Da destra a sinistra, da Nord fino al profondissimo Sud con saggezza catanese e palermitana.  Scelta equa penserete.  Io me li vedo i Professori che ricevono la chiamata del Governo:

“Papà, devo andare, ce la fai a coprire due cattedre?”.

Il nepotismo nelle università italiane non è un mistero, anzi, pare sia nato un consorzio per la difesa e la protezione dei baroni universitari. Duramente attaccati da gente annebbiata da ideali e ingabbiata nelle costruzioni mentali della meritocrazia. Basta! Se vuoi lavorare cerca di farti amico quelli giusti, sin da bambino. Dividi la merenda con PierUgo anziché col figlio del fruttivendolo, porta gli amichetti sulla mini Ferrari e schizza chi ancora fa cavalluccio.Bisogna intervenire sui poppanti per avere una società pienamente ipocrita. Solo in quel modo gli ipocriti non verranno attaccati da altri ipocriti e avranno l’illusione che sia un mondo giusto. Ed ecco che entra in gioco Papa Francesco: “Il Vangelo condanna l’ipocrisia”. E allora ditelo che siete incontentabili. Ma torniamo al cuore del pezzo: 35 professori per modificare la Costituzione. Se fino ad ora vi sono sembrata contraria, beh, vi sbagliate. A patto che si impegnino a rimuovere quella inutile parte che menziona il lavoro, di questi tempi è così di nicchia che lasciarlo in un testo di massa è controproducente. Su Twitter ho letto migliaia di volte “L’Italia è una Repubblica affondata nel lavoro”. Ma non ci si affonda quando si è pieni di qualcosa? L’Italia è una Repubblica annaspata nel lavoro, come quando da neonato ti buttano nella piscinetta con 3 dita d’acqua e ti sembra di morire. L’Italia è la piscinetta, quelli che si sentono morire siamo sempre noi.

Sono passati 3 minuti e non avete imparato nulla da questo post, solo che i saggi sono come i capelli bianchi. E su questo ci metto la firma.

Dimenticavo: ci sta anche Frattini tra i 35 quasi tutti saggi. E adesso, anche se l’ora lo richiederebbe,  non me la sento di augurarvi il Buongiorno.

Immagine realizzata da @FMaramao

Litigare su Twitter: il modo più furbo per aumentare i follower

Esistono 3 modi per crescere su Twitter:

Scrivere.

Comprare i follower.

Attaccare briga.

Nel pezzo scritto per Leonardo.it il seguito

http://donne.leonardo.it/litigare-su-twitter-il-modo-piu-eccitante-per-aumentare-i-propri-follower/

Cercasi SOLE. Cosa si nasconde dietro l’ondata di maltempo

Scritto per http://www.lolingtonpost.it/

Il mio calendario dice che ci troviamo nel mese di maggio, credendo si trattasse di un errore di stampa ho lasciato perdere e ho controllato lo smartphone (andiamo! La tecnologia è più intelligente dell’uomo) e dice lo stesso. Dov’è il problema? Piove, maltempo e in alcune zone d’Italia si parla addirittura di neve. Giro d’Italia annullato, gente costretta a posticipare le foto dalla vita in giù su Instagram con “Spiaggia time”, venditori di cocco bello nelle rimesse di cocco triste, sabbia che intende nascondersi nelle vostre mutande in spasmodica attesa, litri di olio da spalmarsi sugli scaffali delle profumerie, infradito e orrendi bermuda nei cassetti dei più coraggiosi. Il mercato dell’ascella esposta e della pelle color cuoio è fermo. Perché?
Mettiamoci nei panni dell’estate, cosa sta accadendo ai piani alti? Non crederete ai vostri occhi, sto per svelare i motivi che si celano dietro questa improvvisa voglia di bestemmia meteorologica.
Prima versione
Primavera: “Ragazzi, mi son rotta le palle dell’Italia, chi mi sostituisce?”
Estate: “Io sto ancora dall’altra parte del mondo, e poi, avranno fatto lo scrub ai piedi? L’anno scorso mi son ridotta a guardare calli, duroni e unghie incarnite per settimane. Ti assicuro che non è un gran spettacolo. Studio Aperto mi ha illuso con tutti quei culi marmorei, la realtà sulle spiagge è drammatica”.
Autunno: “Devo andare a prendere mia madre dal parrucchiere e poi un giro assicurato all’Eurospin, mi spiace”.
Inverno: “Ho capito, vado io! Ma poi gli insulti li dividiamo per quattro, eh?”.
Seconda versione
Il carro di Apollo è stato colpito da un missile nei cieli italiani e sta in assistenza da lunedì. Pollon c’ha ancora il foglio rosa di guida, non se ne parla.
Terza versione
La potentissima lobby dei piumini e dei cappelli in lana ha arruolato Dio per incrementare il fatturato. Squinzi di Confindustria ha approvato il piano: avremo un mese di inverno bonus tra maggio e giugno. Copriorecchie in regalo col codice P0rc4Tro1a.
Quarta versione
Una sfera luminosa è stata avvistata alla guida di un bus dell’Atac. Si scoprirà solo dopo che anche il Sole è un parente di Alemanno che illuminava la Terra in attesa del posto a tempo indeterminato.
Quinta versione
Un complotto!1!!!11 Un alieno su una scia chimica ha oscurato lo spazio aereo italiano con un fazzoletto di Ferrara, i giornalisti venduti non ne parlano e ti salverai solo se cliccherai su un simpaticissimo banner pubblicitario di Beppe.
Sesta versione
Un’astuta mossa di Berlusconi. Ha rapito il Sole e intende esordire tra qualche giorno con “Vi restituirò il caldo se mi assolveranno ai 923 processi in cui sono imputato”. Prezzo da pagare: manifestare contro la magistratura e indossare maglietta e cappellino con sguardo da lobotomizzato. Ammetto che ci sto pensando.
Settima versione
Ma se voi foste all’estero e deste un’occhiata a politica, economia, pazzi col piccone, femminicidi e i Modà che passano in tutte le radio… Ci verreste in Italia? Con che coraggio biasimare l’estate?

Twitter: le 7 teorie per spiegarlo ai nuovi

Attenzione: le incursioni nella vita reale danneggiano l’equilibrio psico-fisico che ti eri faticosamente costruito tweet dopo tweet.
Non è una frase buttata là per caso, ma una storia realmente accaduta. Per motivi che non sto qui a spiegare mi trovavo in una stazione del Centro Italia, quando all’improvviso ho pensato:“Ma questa gente, di Twitter, che ne sa? E se dovessi spiegarglielo come farei?”.

Le 7 teorie per spiegare Twitter continua su http://donne.leonardo.it/twitter-spiegato-a-chi-non-ha-twitter-le-7-teorie/

 

 

“Silvio non mi invita più”: la drammatica solitudine di Emilio Fede

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Scritto per http://www.lolingtonpost.it/2013/05/14/la-solitudine-di-emilio-fede/

Maggio 2013, luogo: segreto, stato d’animo: empatico.

Questa è una storia molto toccante, suggerisco ai soggetti particolarmente sensibili di cambiare lettura se  non vogliono ritrovarsi col lenzuolone a soffiarsi il naso.
Mentre state là fuori a lamentarvi della crisi, delle tasse, di un Governo che va a fare le scampagnate, delle ferie che non arrivano, del lavoro che non c’è, di chi spezza gli spaghetti e del caldo troppo caldo… C’è un uomo che soffre.  Emilio Fede.

«Su di me bugie. E Silvio non mi invita più»

Approfitta del processo Ruby per ribadire la sua verità: “Non sapevo fosse minorenne, dimostrava 28 anni”.  E rimarca la credibilità delle sue parole: “Non sono io a dire che sono bugie, ma Berlusconi, Mora e la stessa Ruby”. Quindi un bugiardo cronico, un tizio al soldo del bugiardo cronico e una che ha scucito quasi 5 milioni di euro al bugiardo cronico. Come non credergli? Nel fiore della giovinezza, 81 anni, si ritrova a casa da solo come un pensionato qualunque. Immaginiamolo nel buio della sua cameretta, mutanda ascellare, canottiera bucata e tv accesa su un vecchio filmino ad Arcore. Dallo stereo le note di Apicella.

Eppure ha dato tanto al Paese: 

– ha intrattenuto le nonne di almeno 4 generazioni con servizi lievemente faziosi;
– ha fornito un termine di paragone negativo per chiunque volesse fare il giornalista: “Sì, ma impegnati, non vorrai mica essere il nuovo Fede?”;
– è stato un Case Study nelle più famose università del mondo sul tema: “Come un uomo che sembra apparentemente senza qualità si rivela realmente senza qualità”;
– è stata una presenza fissa di “Blob” per almeno 2834 puntate;
– ha avuto la faccia tosta di definire un guadagno mensile di 20mila euro una cifra incongrua;
– ha messo in imbarazzo dalle 12 alle 14 razze canine che si sono sentite affiancare al soggetto ivi trattato;
– si è speso nel contrabbando di fette di prosciutto per gli occhi dei fedelissimi del Tg4;
– ha inveito contro tecnici e registi della tv pubblica e privata;
– ha sfoggiato genuflessioni al cospetto di Silvio che richiedono un’elasticità muscolare non indifferente (ore e ore di stretching);
– ha reso possibile il luogo comune nonni-tg poco credibili a cui crederanno solo i nonni;
– responsabile della rimozione forzata del tasto 4 da milioni di telecomandi.

Nonostante ciò l’Italia si dimostra indegna e non dà merito a gente come Emilio, confermandosi poco adatta ai giovani con esperienza, come accade al nostro amico.  Mi chiedo come possiate dormire sonni tranquilli, sapendo che là fuori c’è una persona che non riceve più inviti per festini trash che andranno a ingolfare il sistema giuridico italiano per anni. Prima o poi pagherete per tutto questo dolore. Qualcuno ha reso possibile la ghettizzazione di una persona perbene che amava semplicemente essere servizievole col datore di lavoro.
Nell’attesa che queste brutta vicenda si sistemi, fatemi un favore, stasera aggiungete un posto a tavola, una statuetta di Priapo come segnaposto, due mignotte sul divano e chiamate Fede: “Ti aspettiamo”.

Oggi sposi su Facebook

Scritto per www.lolingtonpost.it

Questo pezzo parte con una scabrosa confessione:

Ho un account Facebook.

So che è un brutto colpo per chi mi segue. Chi frequenta Twitter si crede la versione migliorata, corretta e priva di bug dell’utente tipo: più colto, raffinato e conosce almeno 6 sinonimi di sesquipedale. Ma soprattutto ha debellato facebook dalla propria vita. Chi tramite riunioni di gruppo, chi staccando un gigantesco assegno allo psicanalista… Io sono una facebook user di ritorno. Dopo un rapporto monogamo con twitter ho deciso che era giunto il momento di rientrare nel variopinto mondo di Zuckerberg. L’impatto è stato duro, impostazioni cambiate, privacy latitante, notizie e foto che appaiono a cazzo di cane, per non parlare del diario personale. La prima reazione è stata quella dell’ammutinamento: “Mark si accorgerà che lo sto ignorando e prenderà una decisione in merito, ne sono certa”. Poi è giunta la consapevolezza, se ci riesce chi mette “Mi piace” ai video delle canzoni di peti, posso farcela anch’io.

Ed è davvero bellissimo, se ami il trash. Canale del pettegolezzo moderno, ha rottamato le vecchine dietro la tenda, basta un click per scoprire chi sta con chi, dove ha passato le vacanze e se preferisce Beyoncé a Madonna. Conosco gente che riceve gli auguri perché sta su Facebook, gente che mette date volutamente errate per vedere chi è attento e gente che non riceve gli auguri da anni perché non iscritta. Ma l’avviso più succolento è il cuoricino, che sta a indicare l’ufficializzazione di una relazione, un fidanzamento o un matrimonio. Il cuoricino su facebook è la vecchia pisciata sul territorio. Nel 90% dei casi è la donna a fare terra bruciata intorno all’uomo che, fino a quel momento, se ne stava beatamente a fare il cascamorto in chat: “Io? Mah, mi vedo con una… Ma nulla di serio eh”.

Se lui conferma la relazione entro 60 secondi è salvo.

Dai 2 ai 4 minuti rischia l’amputazione dei mignoli.

Dai 5 ai 10 subisce il rapimento di un familiare.

Una settimana: lo ritrovano a pezzi nella spazzatura.

Oltre questi spiacevoli inconvenienti ci sono coppie felici di far sapere al mondo intero che si amano e che intendono convolare a nozze. Su Facebook. Perché se non lo dici su facebook non è mai accaduto. Il vecchio detto “Pic or didn’t happen” si trasforma in “Facebook or didn’t happen”. Quindi gente che non vedi da una vita all’improvviso t’informa che giorno X in via X si unirà in matrimonio. A quel punto le reazioni vanno dal “Ma sembrava un porco!” a “Così presto? Matrimonio riparatore”, e ancora “Illusi, il matrimonio è una costrizione sociale, l’uomo ha bisogno di più donne perché è scritto nel DNA, deve spargere il seme ovunque”. Io vado per la classica “Ah ah! Bel pacco che ti sei presa!”.

Procediamo con ordine. Come ci si comporta davanti a un invito al matrimonio via FB?Mi piacerebbe scegliere tra un like e una condivisione, che si sa, sta su tutto e non passa mai di moda. Poi penso che comunque è sempre meglio dell’invito cartaceo in pelle di daino albino e con polvere di fate estinte nel 2000 a.C. Penso a cosa potrei mettermi, vado nella bottega di Pet Society ma è tutto a misura cucciolo, non mi sta nulla, a parte un paio di cappellini. Intanto le conferme all’invito arrivano e non so se cliccare su “Parteciperò, forse, non parteciperò”. Ma insomma, potevano dirmelo prima, così tra una connessione e l’altra avrei avuto il tempo di linkargli un ringraziamento. E il tasto “Lancio riso”, dov’è? Sono sempre più disperata. Spero uno dei due sia grillino, potrò contare sullo streaming della cerimonia. Alla fine decido: non ci vado. Se vogliono l’utente qui presente dovranno visitare la mia home di persona. I giorni passano e arrivano live le foto della celebrazione: chiesa, panorama con la sagoma dei neo sposi, ricevimento, viaggio di nozze. Ehi! E la parte più bella? Qui vogliamo anche la trombata. Suvvia, hai condiviso il momento più importante della tua vita su internet e mostri pudore per questo? Non sei coerente. I più precisi non tarderanno nelle caratteristiche della casa nuova, meglio ancora se da ristrutturare. In questi casi diventano cintura nera di “Cerco casa disperatamente” e sognano Paola Marella tra mille faretti, su un soppalco.

Non voglio tralasciare un aspetto importante degli sposi su facebook: il cambio copertina e immagine profilo. DEVE avvenire contemporaneamente, se aspetti troppo significa che non ti interessa e “tu mi ami meno di quanto non faccia io, aveva ragione mia madre!”. Solitamente arrivano valanghe di LIKE, tranne quelli degli ex che, tronfi, se ne vanno in giro dicendo: “Visto? L’ho scampata bella, quella/o era uno che voleva sposarsi”, tutto rigorosamente sottovoce e con occhiolino annesso.

Poi andrà come le coppie normali, lei penserà al corredino mentre lui eliminerà la chat “zozzone prima scelta” dal profilo.

Per quanto riguarda me, sono rimasta sul classico, non sono andata alla celebrazione ma ho taggato gli sposi sulla foto di una Cadillac: “Offro io, non fate complimenti”.

Governo di larghi occhiolini: tocca a Enrico Letta

Post scritto per Lolingtonpost.it

Dopo 60 giorni senza Governo siamo a una svolta. Finalmente gli impazienti potranno completare la battutona “Piove _____ ladro”, i più analitici saranno lieti di dare nome e cognome alle imprecazioni. Sarà un Governo Letta. Enrico Letta. Di lui che si sa? Laureato in scienze politiche e specializzato in diritto internazionale, dirigente d’azienda. Porta un cognome importante, guai a chiamarlo “Il nipote di…”, è uno che si è fatto da solo. Poi me la spiegate questa, eh. Da qualsiasi parte avere lo zio potente significa una spintarella, un po’ come quello che è sindaco e “sistema” il nipote alla meglio. Ovunque. Eppure dirlo in pubblico appare limitante, bigotto.

“Sono due cose ben diverse…”

“Uno è PD, l’altro è PDL”.

“La storia personale dice altro…”

Non parto mai prevenuta né nel bene, né nel male. I fatti dicono che sono accomunati da quel grado di parentela, pensare che nella vita abbia avuto qualche vantaggio e/o dritta per quel cognome è normale se sei nato in Italia. Se dici di no sai di mentire. Siamo in Italia, che di secondo nome fa nepotismo e di terzo “La legge non è uguale per tutti”.

Sistemato lo zio, è bene soffermarsi sul protagonista: nato nel 1966, è passato da Margherita, Ulivo e poi PD, praticamente tre partiti che non esistono più. Dopo essere stato il più giovane Ministro nel governo D’Alema si aggiudica un altro primato: il più giovane Premier d’Europa.Eh? Quanto siamo moderni noi italiani! E poco importa se il giovane (potrebbe essere mio padre, rendiamoci conto cosa si intende per “giovane”) è una sagoma che copre fossili che stanno in Parlamento da 50 anni. Stiamo lanciando un messaggio: “Se sei nato nel ’66, è il tuo momento”. E provo a immedesimarmi in un neo segretario del PD che mentre percorre la strada verso il Colle si rende conto della responsabilità a cui va incontro:

“Sarò un paravento? Bisogna scegliere dei Ministri che tengano buono il PDL, del resto loro hanno dato l’ok alla mia candidatura. Però dai, Alfano no. Alfano vice non ce la faccio proprio, che faccio? Lo dico a Napolitano che quello mi smoccola la manica della giacca ogni volta? Dai, Enrico, vai tranquillo. Alla gente piace dire che hanno un Premier giovane, con la faccia seria e, a parte quella storia di Lusi in cui si fa anche il mio nome, sono tutto sommato a posto. Sì, lo sai com’è il popolo, mira all’apparenza: diamogli questo fumo negli occhi del ‘cambiamento, largo al nuovo’ e staranno buoni per un paio d’anni se butta bene. Ci sono quasi, vedo l’entrata, parcheggio l’Ulisse coi seggiolini qua vicino. A proposito, gran mossa muoversi senza auto blu, li hai già conquistati tutti. Vai così, più easy, più easy… Perfetto! L’anno dell’umiltà, lo sapevo, Papa Francesco insegna. È giunto il momento, mi dirigo verso l’entrata, che gli dico? ‘Grazie per la preferenza…’ Mmmh, no, devo essere più formale, qualcosa come: ‘Sono onorato e sento il peso dell’incarico’. Ecco bravo, ricorda il politichese. Oh, ma che culo, nemmeno al genio della lampada avrei chiesto tanto. Vai Enrico, deciso e composto!”

Usciamo dalla testa del nuovo Premier e andiamo alle varie reazioni:

Amato: “Iniziavo a non sentirmi più le gambe a furia d’aspettare accanto al telefono. Bene, bravo. Almeno la pianteranno con le domande sui 31 mila euro di pensione”.

Bersani: “E allora pare che porti sfortuna proprio io, eh? Vado via e la Serracchiani vince, il mio vice diventa Premier… Magari è un caso. Ehi, ma quello è un gatto nero che si tocca?”

Bindi: “Non chiedete nulla, vi do un pugno”.

Berlusconi: “Bene, bene… Gianni, che margine d’intervento abbiamo sul nipote?”.

Alfano: “Voglio giocare anch’io!”

Napolitano: “Ho preso due tartarughine e le ho chiamate Amato e Letta, avrei scelto quella che arrivava prima”.

Gianni Letta: “Si è fatto da solo, siamo sangue dello stesso sangue, ma in realtà ci odiamo. A tavola mi passa sempre lo zucchero anziché il sale”.

Io: “Mah, vediamo. Farà quello che gli dicono gli altri”.

Donne e uomini che popolano Twitter

Su Leonardo.it trovate le due guide sui tipi di uomini e donne che potete incontrare su Twitter. Analisi poco serie di gente divertentissima (se instabile è divertente, s’intende).

Prima parte: Uomini

Seconda parte: Donne

Se il PD fallisce è colpa di Twitter

Post scritto per www.lolingtonpost.it

La notizia del giorno è che una cosa che non esiste più come il PD ha dato la colpa a una cosa che non è mai esistita, vale a dire il“popolo della rete”. Secondo l’ex segretarioBersani, i tweet e i commenti avrebbero influenzato e fatto cadere in errore i parlamentari. Poi l’effetto domino ha peggiorato l’evolversi degli eventi, sapete come funzionano certe cose…

Uno schema aiuterà a capire meglio il problema:
-Scrivi un tweet
-Premi invio
-Il PD collassa

Tutto chiaro, no? Adesso quando entreremo su Facebook potremo guardarli dall’alto in basso dicendo: “E voi? Avete combinato qualcosa coi like?”. Come lo sceriffo che entra nel saloon e cattura l’attenzione degli ubriaconi al bar, con tanto di gilet in pelle e stivali borchiati da piazzare sul tavolo. Per sicurezza ho lasciato un bigliettino sul mio profilo: “Per ringraziamenti e doni rivolgersi presso @ItsCetty, si organizzano fallimenti di partito e feste di compleanno”.

Ammetto di aver chiamato subito l’avvocato, temevo un’accusa per omicidio preterintenzionale, ma fortunatamente mi ha tranquillizzata. Ci siamo solo trovati su una scena del delitto, serve semplicemente un coroner.

Se davvero Twitter fosse così determinante a quest’ora: Berlusconi sarebbe morto, Dell’Utri al 41 bis, Formigoni al reparto daltonici gravi, Gigi D’Alessio sconosciuto, Barbara D’Ursosenza uno straccio di trasmissione, Fidel Castro il nuovo Lazzaro, una rivoluzione 3 volte al dì, i talenti che fanno strada e gli incapaci che restano a casa, l’Italia piena di sola gente romantica e/o simpaticissima e Moccia idraulico. La questione è: o non ci impegniamo abbastanza, o qualcuno non ha il coraggio di dire che è colpa di chi di strategie politiche non ne aveva la minima idea. Ma magari fossimo in grado di essere così determinanti nella vita del Paese, in fondo credo voglia lusingarci, ma caro PierLuigi, tu lo sai (e anche noi) come sono andate le cose.

P.S. E adesso tutti concentrati e compatti sul PdL.

P.P.S. Gli utenti ringraziano per l’hashtag #ÈColpaDiTwitter.